Il complesso di Villa Annoni
Questo bell’esempio di villa lombarda di tardo Settecento fu commissionata dal milanese Alessandro Annoni (1767-1825), figlio di Gian Pietro Annoni già proprietario di alcuni terreni a Cuggiono sul finire del XVIII secolo. La progettazione di questa importante residenza di campagna venne affidata inizialmente all’architetto Lepoldo Pollack (1751-1806), alla cui morte, avvenuta nel 1806, succedette Giuseppe Zanoia (1752-1817) che si occupò definitivamente della progettazione e realizzazione dell’intero complesso villa-parco voluto da Alessandro Annoni in Cuggiono. Tuttavia le idee iniziali del Pollack non caddero nell’oblio, poiché lo Zanoia utilizzò delle annotazioni sul dimensionamento del corpo di fabbrica principale della villa contenute all’interno di alcune lettere scambiate tra il figlio del Pollack, Giuseppe, e l’Annoni nel corso del 1809. Nello stesso anno i lavori di realizzazione della villa furono completati e rimasero solamente delle rifiniture da completare. I documenti del Fondo Annoni ci attestano, infatti, dei pagamenti avvenuti nel 1809 per l’acquisto di mobili e per la tinteggiatura dei locali del palazzo. Il 24 ottobre 1810 l’arciprete di Cuggiono Paolo Gnocchi benedì la cappella della villa, a suggello dei lavori di costruzione iniziati quattro anni prima. Anche il parco venne presumibilmente abbozzato dallo Zanoia, e prese forma nel corso degli anni successivi secondo degli stilemi neoclassici comuni all’epoca.
Alla morte di Alessandro Annoni (1825) la proprietà del complesso passò all’unico figlio del conte e della sua consorte Leopoldina Cicogna Mozzoni, Francesco Annoni (1804-1872). Costui, noto per essere stato molto attivo nel panorama dei moti risorgimentali (partecipò alle Cinque Giornate) si sposò con Chiara Severina Longo in età avanzata (1867) e, d’accordo con la stessa, Francesco ottenne di riconoscere come figlio naturale Aldo Cassia Ferri (1831-1900), che divenne poi Aldo Annoni e a cui passò la proprietà del complesso alla morte del padre Francesco. Non avendo discendenti diretti da Aldo Annoni, la villa passò ad un suo cugino, Giampietro Cicogna Mozzoni, il cui figlio Carlo fece costruire nel 1920 le due ali laterali al corpo centrale, entro cui erano dislocate la serra e la latteria. La storia “nobile” della villa e del suo parco volgeva ormai alla sua definitiva conclusione nel 1947, quando l’intera area venne venduta all’imprenditore tessile gallaratese Pietro Bellora, che utilizzò lo spazio del parco per la piantumazione dei gelsi destinati alla coltivazione del baco da seta. L’ultimo passaggio di proprietà avvenne, infine, nel 1979, anno in cui il Comune di Cuggiono decise di acquistare l’intero spazio allo scopo di restaurare la villa e recuperarne il parco. Del 2007 Villa Annoni accoglie la nuova sede del Municipio di Cuggiono.
La struttura della villa ricalca il tipico schema a “U” diffuso nell’architettura delle ville lombarde di fine Settecento e di primo Ottocento, in cui ad un corpo centrale principale molto elevato si appoggiano due corpi laterali di altezza inferiore che avvolgono il visitatore presso il grande cortile d’ingresso. Si accede alla villa superando una grande cancellata e attraversando lo spazio del cortile principale nel cui centro è posizionata la grande fontana d’ingresso. Lo stile architettonico dell’intero complesso è decisamente neoclassico. Lo si può riscontrare non solo dalle austere linee profondamente geometriche che disegnano le facciate esterne dell’edificio, ma anche da altri elementi diffusi in tutti gli spazi della villa, quali le grandi colonne dell’atrio principale (che si trovano superando la preziosa cancellata in ferro battuto che separa questo spazio dall’esterno), le decorazioni architettoniche presenti (come ad esempio l’iscrizione che reca la data di fine costruzione della villa collocata sopra il vestibolo), il tempietto neoclassico disposto nel parco e l’iconografia delle pitture murarie che decorano gli spazi dei locali disposti al piano terra, subito dopo l’atrio d’ingresso, e di alcuni locali dei piani superiori oggi occupati dagli uffici comunali.